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Le superstizioni italiane più curiose

CulturaLe superstizioni italiane più curiose

In Italia le superstizioni sono ovunque: nei gesti quotidiani, nei modi di dire, nei consigli delle nonne e persino in certe abitudini che si tramandano senza che nessuno sappia davvero da dove arrivano. 

Alcune fanno sorridere, altre un po’ inquietano. Ma tutte raccontano un pezzetto della nostra cultura.

Facendo alcune ricerche sul web, chiedendo in giro a parenti (alla nonna sopratutto) e amici sparsi per l’Italia sono riuscita a raccogliere le 7 superstizioni più famose:

1. Il sale versato porta sfortuna

Hai mai visto qualcuno versare accidentalmente il sale e poi gettarne un pizzico dietro la spalla sinistra? 

È un gesto che viene dal passato: il sale, un tempo preziosissimo, rappresentava prosperità. Sprecarlo era un cattivo presagio. Gettarlo dietro la spalla serviva a “colpire” il diavolo che, secondo la tradizione, stava proprio lì, pronto ad approfittare della tua sfortuna.

2. Mai mettere il cappello sul letto

Se sei stato in una casa italiana e ti hanno fatto una scenata per aver appoggiato un cappello sul letto, ora sai perché. 

Questa superstizione ha origini religiose: un tempo i preti, quando visitavano i malati o i morenti, appoggiavano il cappello sul letto. Da qui, l’associazione con la morte e la sfortuna.

3. Lo specchio rotto: sette anni di guai

Uno dei classici intramontabili. Rompere uno specchio significa attirarsi sette anni di sfortuna. 

L’origine? Nella Roma antica si credeva che l’immagine riflessa rappresentasse l’anima. Rompere lo specchio era come spezzare l’anima stessa, che avrebbe avuto bisogno di sette anni per rigenerarsi.

4. Venerdì 17: il giorno nero per eccellenza

Altro che venerdì 13. In Italia il giorno che porta più sfortuna è il 17, soprattutto se cade di venerdì. 

Il numero 17 in numeri romani si scrive XVII, che può essere anagrammato in “VIXI” tradotto dal latino: “ho vissuto”. 

Ovvero: sono morto.

5. Il malocchio e il corno rosso

La credenza nel malocchio è antichissima e diffusissima, soprattutto nel Sud Italia.

Per proteggersi si usano simboli come il celebre corno rosso (rigorosamente regalato, mai comprato da soli!). 

Anche il gesto delle “corna” con la mano ha lo stesso scopo.

6. Passare sotto una scala porta male

Semplice e diretto: la scala aperta forma un triangolo, simbolo della Trinità. 

Passarci sotto significherebbe spezzare questo equilibrio sacro. 

Oltre al rischio molto pratico di beccarsi qualcosa in testa.

7. Toccare ferro (e non ferro di cavallo)

Mentre in molti paesi si tocca legno, in Italia si tocca ferro. 

Un tempo si credeva che il ferro avesse il potere di allontanare gli spiriti maligni. E attenzione: il ferro di cavallo è considerato fortunato solo se lo si trova per caso e con le punte rivolte verso l’alto.

Le superstizioni italiane, per quanto assurde possano sembrare, sono una parte viva della nostra identità culturale. Raccontano storie, credenze, paure e desideri tramandati nel tempo. E anche se oggi magari non ci crediamo più davvero… non si sa mai: meglio non rischiare!

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