A soli quindici chilometri da Perugia si nasconde un tesoro che sfugge al turismo di massa. Deruta, inserito tra i Borghi più belli d’Italia, è un luogo in cui l’arte ceramica ha plasmato l’identità di un’intera comunità.
Il centro storico rivela subito l’anima autentica del borgo. Le tre porte storiche – Sant’Angelo, Perugina e del Borgo – introducono in un labirinto di stradine medievali, dove ogni angolo racconta secoli di maestria artigianale. Non è un caso che qui, tra queste mura, si conservi la tradizione ceramica più antica d’Italia.
Il cuore della tradizione: il Museo Regionale
La storia vive nel Museo Regionale della Ceramica, riconosciuto “Meraviglia Italiana” nel 2012. Fondato nel 1898 dal notaio Francesco Briganti con l’idea di istituire un “museo artistico pei lavoranti in maiolica”, rappresenta il più antico museo italiano dedicato alla ceramica.
All’interno del trecentesco convento di San Francesco, oltre 6.000 opere raccontano l’evoluzione di quest’arte dal Medioevo al Novecento. La particolarità unica del museo è una torre metallica di quattro piani interamente dedicata ai depositi, dove i visitatori possono ammirare la vastità della collezione attraverso scaffali vetrati.
La visita si trasforma in un’esperienza immersiva grazie alle antiche fornaci di San Salvatore, scoperte nel 2008 attraverso un collegamento sotterraneo. Qui, dove un tempo ardevano i fuochi creativi dei maestri vasai, oggi si comprende la complessità tecnica che ha reso Deruta famosa nel mondo.
L’arte che diventa vita: dal Medioevo al Rinascimento
La produzione ceramica derutese affonda le sue radici nella fine del XIII secolo. Inizialmente caratterizzata da decorazioni semplici in bruno e verde su smalto biancastro, la cosiddetta “Maiolica Arcaica”, l’arte locale ha saputo evolversi seguendo i gusti delle diverse epoche.
Il vero salto di qualità avvenne nel XV e XVI secolo, quando Deruta raggiunse l’apice del suo splendore artistico. Fu in questo periodo che i maestri ceramisti svilupparono la tecnica del lustro dorato, un’innovazione rivoluzionaria che conferiva alle maioliche riflessi metallici e iridescenti. Questa tecnica, di derivazione araba e di estrema complessità, richiedeva una terza cottura in atmosfera riducente.
Durante il Rinascimento, le botteghe derutesi divennero veri e propri atelier artistici. I piatti da pompa, destinati alle grandi occasioni, e le coppe amatorie presentavano repertori decorativi raffinati: figure femminili, scene mitologiche, temi allegorici e disegni floreali che riecheggiavano l’arte dei grandi maestri dell’epoca.
Non sorprende che Pietro Vannucci, conosciuto come Il Perugino, abbia lasciato la sua impronta artistica anche a Deruta, con l’affresco del Padre Eterno con i santi Rocco e Romano conservato nella Pinacoteca Comunale.
La ceramica che resiste al tempo: tradizione e modernità
Oggi Deruta mantiene viva questa eredità attraverso le sue numerose botteghe artigianali e la Scuola d’Arte Ceramica Romano Ranieri. Qui, i giovani artisti apprendono tecniche tramandate per secoli, garantendo la continuità di un sapere che rischiava di perdersi.
Passeggiando per il centro storico, l’arte ceramica si manifesta ovunque: dai dettagli architettonici agli arredi urbani, fino alle panchine panoramiche realizzate interamente in ceramica decorata. È un borgo che vive la sua arte, non la espone semplicemente.

Il borgo oltre la ceramica
Deruta offre molto più della sua celebre ceramica. La posizione strategica lungo la valle del Tevere la rende punto di partenza ideale per esplorare l’Umbria. La chiesa della Madonna delle Piagge, del 1601, stupisce con la sua facciata ornata da maioliche, mentre il Santuario della Madonna dei Bagni custodisce targhe votive ceramiche che testimoniano la devozione popolare.
Il territorio circostante invita alla scoperta: dalle escursioni in canoa nelle anse del Tevere ai percorsi di trekking e cicloturismo tra oliveti e vigneti. Qui si produce anche un pregiato olio extravergine d’oliva DOP della sottozona Colli Martani, apprezzato persino da Gabriele D’Annunzio.
La tradizione gastronomica locale celebra sapori autentici: dalle tagliatelle con le interiora d’oca agli umbricelli, fino alla porchetta al finocchio.
Visitare Deruta significa immergersi in una dimensione dove il tempo scorre diversamente. È un viaggio che tocca l’anima e restituisce il senso profondo dell’arte come espressione di una comunità.
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