A soli 40 chilometri da Roma, nel cuore della Valle del Treja, sorge Calcata, un comune di 899 abitanti della provincia di Viterbo che ha saputo trasformarsi da borgo abbandonato a rifugio per artisti provenienti da tutto il mondo. Il centro storico è arroccato su un pianoro di tufo a 220 metri sul livello del mare, sospeso come un presepe naturale tra le forre verdeggianti del parco regionale.
Un borgo rinato dalle ceneri
La storia moderna di Calcata inizia con un dramma: nel 1935 fu decretato che la rupe tufacea su cui poggia il borgo fosse un posto poco sicuro e da quel momento il paese subì un improvviso spopolamento. Per trent’anni, le antiche case medievali rimasero vuote, testimoni silenziosi di secoli di storia.
Il miracolo avvenne negli anni Sessanta, quando in seguito a delle perizie che attestarono la solidità della roccia, un gruppo di hippie e artisti decisero di stabilirsi qui, affascinati dalla bellezza del luogo. L’architetto Paolo Portoghesi fu tra i primi a trasferirsi a Calcata, seguito da musicisti, pittori, scultori e creativi in cerca di ispirazione lontano dal caos urbano.
Qui dove il tempo si è fermato
Varcare la porta medievale che conduce a Calcata significa entrare in una dimensione parallela. Il borgo è popolato soprattutto per Halloween, nella notte più oscura che ci sia! Non ci sono bancomat, il telefono non prende: caratteristiche che contribuiscono a mantenere intatta l’atmosfera magica del luogo.
Le stradine lastricate con pietre del 1700 si snodano tra case scavate direttamente nel tufo, dove oggi trovano spazio botteghe d’arte, laboratori artigianali e piccole gallerie. Ogni angolo è curato da abitanti ospitali e sorridenti, che hanno fatto della sostenibilità ambientale e del rispetto per la natura un vero stile di vita.
Il castello e i tesori nascosti
Al centro del borgo spicca il Castello degli Anguillara, costruito intorno all’anno mille e fino agli anni Sessanta del Novecento ha ospitato tutti i luoghi amministrativi e sociali del paese, dalla scuola all’ufficio postale. Oggi l’edificio storico ospita gli uffici del Parco Regionale Valle del Treja.
Tra le curiosità più affascinanti del borgo c’è una leggenda che ha attraversato i secoli: c’è un mistero che riguarda la leggenda del Santo Prepuzio di Gesù. Pare che la reliquia, sottratta dal Sancta Sanctorum di San Giovanni in Laterano durante il saccheggio del 1527, sia stata ritrovata tre decadi dopo nascosta in una cella della chiesa di Calcata.
L’arte che vive nella natura
L’eredità artistica di Calcata non si ferma alle botteghe del centro storico. A pochi chilometri dal borgo, in località Colle, il Museo Opera Bosco è un posto straordinario. Creato dagli artisti Anne Demijttenaere e Costantino Morosin e aperto al pubblico dal 1996, è un museo en plein air allestito su una superficie di un paio di ettari di bosco. Le opere, realizzate esclusivamente con materiali naturali, si integrano perfettamente nell’ambiente circostante.

Un palcoscenico naturale per il cinema
La bellezza di Calcata ha conquistato anche i registi: nel 1978 la stessa piazza è stata il set per alcune scene nel film La mazzetta di Sergio Corbucci, con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi. La scena della distruzione dei paesi del film cult Amici Miei è stata girata proprio qui, mentre nel 1980 fu girato un video del brano Una storia sbagliata dal cantautore Fabrizio De André.
La valle incantata e le cascate
Calcata è la porta d’accesso ideale per esplorare il Parco Regionale Valle del Treja, un’oasi naturale che conserva tracce dell’antica civiltà falisca. I visitatori possono raggiungere a piedi le Cascate di Monte Gelato, un gioiello naturale che dista circa 7 chilometri dal borgo ed è una delle mete più fotografate del Lazio.
Negli ultimi anni il piccolo borgo di Calcata è diventato molto frequentato dai turisti, per questo motivo non è possibile parcheggiare nei pressi dell’entrata al paese, ma sono stati predisposti dei parcheggi distanti dal centro circa 10-15 minuti a piedi.
Calcata oggi rappresenta un modello unico di turismo sostenibile e vita comunitaria, un luogo che dimostra come sia possibile preservare la bellezza autentica dell’Italia, lontano dalla frenesia moderna.
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