Un’analisi di Data Appeal su oltre 9,2 milioni di digital footprint per il 2025 rivela un quadro contrastante per il turismo culturale in Italia. Se da un lato l’attrattiva del Paese si mantiene elevatissima — il sentiment score medio generale sale a 86/100 e quello specifico per le attrazioni culturali supera il 92,3/100 — persistono gravi lacune organizzative. Roma si conferma la capitale culturale, ospitando sei delle dieci attrazioni più recensite del 2024, con Colosseo, Fontana di Trevi e Pantheon in testa. Tra i musei, la Galleria degli Uffizi mantiene il primato storico per recensioni complessive, mentre il Museo Leonardo Da’ Vinci di Firenze è stato il più recensito del 2024. Le lodi dei turisti si concentrano sulla bellezza architettonica e il significato storico dei luoghi.
Il mercato turistico è dominato dagli Italiani, che lasciano il 34,8% di tutte le tracce digitali, ma sono anche il terzo gruppo più critico (punteggio di soddisfazione di 83,2/100), preceduti dagli Spagnoli (81,6/100). Al contrario, i turisti dagli Stati Uniti riportano i tassi di soddisfazione più alti (86,6/100). Nonostante la soddisfazione complessiva, il rapporto evidenzia come i turisti siano esasperati dalla scarsa gestione: il sentiment score relativo all’organizzazione del turismo culturale è crollato a un 32,1/100. Critiche ricorrenti riguardano l’eccessivo affollamento, la sicurezza e la confusione nelle informazioni per i visitatori.Un esempio lampante delle inefficienze è rappresentato dai Musei Vaticani, dove i turisti, pur pagando per l’accesso diretto alla Basilica di San Pietro, sono costretti a ripetute procedure di verifica del ticket a causa della mancata comunicazione tra lo staff del Museo e quello della Basilica. Questo problema logistico, presente anche in siti come il Colosseo, evidenzia la necessità critica per gli operatori di investire in esperienze utente più fluide e intuitive. Il rapporto segnala anche una tendenza crescente dei viaggiatori a cercare opzioni di prenotazione diretta, con i prezzi medi degli alloggi in aumento del 6-7%, suggerendo che i siti culturali devono investire in piattaforme user-friendly per rimanere competitivi.





