Secondo lo chef e personalità televisiva Guy Fieri, l’Italia non è solo il miglior Paese in Europa per la fine dining, ma lo è a livello mondiale. In un’intervista a Travel and Leisure, Fieri ha ribadito il suo amore di lunga data per la cucina italiana, citando la presenza di alcuni dei ristoranti più acclamati al mondo, chef celebrati e ingredienti di altissima qualità. L’Italia vanta una profonda storia culinaria, con istituzioni come l’Osteria Francescana di Massimo Bottura e l’Enoteca Pinchiorri guidata da Annie Féolde. Un fattore chiave di questo successo è attribuito alla posizione nel Mediterraneo, che offre condizioni di crescita ideali per una vasta varietà di alimenti, oltre alla ricchezza delle cucine regionali italiane.
A ottobre 2025, il settore dell’alta ristorazione italiana è in piena forma, come testimoniato dalle 393 insegne stellate MICHELIN nel Paese, di cui 14 fregiate delle Tre Stelle. Per godere appieno di queste esperienze culinarie, Fieri e gli esperti di settore raccomandano di comprendere l’approccio italiano al pasto, che differisce da quello della maggior parte degli establishment europei. È essenziale capire la sequenza delle portate: il Primo è dedicato ai carboidrati come la pasta, mentre il Secondo è riservato alle proteine come carne o pesce. È per questo motivo che non si vedranno mai steak e pasta serviti insieme nello stesso piatto.
Un importante mito da sfatare è l’obbligo di ordinare tutte le portate: è assolutamente accettabile saltare l’antipasto, un primo, o un secondo per concentrarsi su altri piatti, come il dolce, a meno che il ristorante non proponga un menu a prezzo fisso (prix fixe). Essere consapevoli di questa struttura (Antipasto, Primo, Secondo, Dolce) e sentirsi liberi di scegliere cosa ordinare è fondamentale per vivere completamente l’esperienza della fine dining italiana.





