Ostia Antica continua a offrire nuove chiavi di lettura sulla società romana. Nel 2025 una campagna di scavi archeologici ha portato alla luce un intero isolato residenziale destinato alle classi popolari, databile tra il II e il III secolo d.C. A differenza delle domus aristocratiche già note, l’area presenta insulae ad alta densità abitativa, botteghe al piano terra e spazi comuni condivisi, restituendo l’immagine di un quartiere vivo e funzionale.
I ritrovamenti includono cucine collettive, latrine pubbliche, cortili interni e piccoli altari domestici, elementi che permettono di ricostruire con maggiore precisione la vita quotidiana delle classi lavoratrici legate al porto di Roma. Le analisi dei resti alimentari indicano una dieta basata su cereali, legumi e pesce conservato, confermando il ruolo strategico di Ostia come centro di approvvigionamento urbano e snodo commerciale dell’Impero.
Particolarmente rilevante è l’organizzazione degli spazi, che suggerisce una forte dimensione comunitaria. Le abitazioni erano pensate per nuclei familiari ridotti, mentre molte attività quotidiane si svolgevano in ambienti condivisi. Questo modello abitativo evidenzia forme di socialità e cooperazione spesso trascurate nelle ricostruzioni storiche tradizionali.
La scoperta consente agli storici di riequilibrare la narrazione della Roma imperiale, troppo spesso concentrata sulle élite. Emergono invece le strutture sociali, economiche e abitative della maggioranza della popolazione urbana, offrendo una visione più completa e realistica del mondo romano e del funzionamento quotidiano di una grande città portuale.





