Matilde di Canossa è una delle figure più straordinarie del Medioevo europeo: contessa, duchessa, marchesa, ma soprattutto protagonista indiscussa della lotta per le investiture, il duro scontro che nel pieno dell’XI secolo oppose papato e impero per il controllo delle nomine ecclesiastiche. Nata nel 1046, Matilde ereditò un vastissimo dominio che si estendeva tra Lombardia, Emilia e Toscana, comprendendo territori strategici per i rapporti tra l’Impero e Roma. Fu alleata fedele dei papi riformatori, tra cui Gregorio VII, e nemica di Enrico IV, l’imperatore che nel 1077 si inginocchiò a Canossa per ottenere il perdono papale.
Dopo una lunga vita trascorsa tra guerre, diplomazie e mediazioni, nel 1111 Matilde fu protagonista di un evento straordinario: la reinfeudazione da parte dell’imperatore Enrico V, figlio di Enrico IV. Questo gesto, avvenuto il 6 maggio a Bianello (uno dei castelli delle “quattro castella” in provincia di Reggio Emilia), rappresentò una svolta significativa nel complesso equilibrio tra autorità imperiale e autonomia feudale.
La reinfeudazione del 1111: simbolo di legittimità e potere
Dopo anni di scontro e progressiva distensione tra l’Impero e la Chiesa, Enrico V giunse in Italia per essere incoronato imperatore. Trovandosi a dover attraversare i territori canossiani, comprese che il sostegno di Matilde sarebbe stato fondamentale. La contessa, ormai sessantacinquenne, era ancora potentissima e venerata come una sovrana di fatto.
Il 6 maggio 1111, presso il castello di Bianello, Matilde ricevette formalmente dal giovane imperatore l’investitura dei suoi territori feudali “a titolo di vicaria e vice regina in Italia”, in una cerimonia che intendeva sanare le tensioni e legittimare, almeno in apparenza, il suo potere agli occhi dell’impero. Questo atto, noto come “reinfeudazione”, era carico di significati politici: Enrico V riconosceva di fatto la sovranità territoriale di Matilde e allo stesso tempo riaffermava la prerogativa imperiale nel concedere feudi, anche se in realtà la contessa non aveva mai smesso di esercitare un potere autonomo.
La reinfeudazione fu dunque un compromesso simbolico, più che un effettivo passaggio di potere. Matilde continuò a governare i suoi territori fino alla morte, avvenuta nel 1115, rimanendo un’icona femminile della diplomazia e della cultura politica del Medioevo.
Matilde tra mito, storia e rievocazione
A distanza di secoli, la figura di Matilde continua a suscitare fascino e ammirazione. La sua vicenda intreccia politica, religione, cultura e simbolismo, rendendola un punto di riferimento fondamentale per comprendere il Medioevo italiano ed europeo.
Ogni anno, il Comune di Quattro Castella (Reggio Emilia), luogo simbolico del suo potere e teatro della reinfeudazione, rende omaggio a Matilde con la Rievocazione Storica Matildica, una manifestazione che attira visitatori da tutta Italia. L’edizione 2025 si terrà dal 23 al 25 maggio, con un ricco programma che culmina nella grande cerimonia del corteo storico in costume, che mette in scena l’incontro tra l’imperatore e la contessa.
Oltre alla rievocazione dell’investitura, il programma prevede accampamenti medievali, mercatini artigianali, sfilate, spettacoli con falconieri e tornei di cavalieri, che animano le vie del borgo e dei colli circostanti. L’evento, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti anche a livello nazionale, è un’occasione unica per riscoprire il patrimonio storico e culturale dell’Appennino reggiano, e per riflettere su una figura femminile che ha saputo imporsi in un’epoca dominata dagli uomini.
La reinfeudazione di Matilde nel maggio del 1111 rappresenta una pagina cruciale della nostra storia che rivive ogni anno a Quattro Castella.
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