L’Università di Roma Sapienza, in collaborazione con altre istituzioni scientifiche italiane come il CNR e il Policlinico Gemelli, ha annunciato lo sviluppo di un innovativo strumento predittivo basato sull’Intelligenza Artificiale (AI), specificamente progettato per prevedere l’insorgenza e la progressione della Malattia di Alzheimer nelle sue fasi iniziali. Questo progresso, che sfrutta modelli di machine learning e deep learning, rappresenta una potenziale svolta diagnostica cruciale, poiché l’identificazione precoce è fondamentale per l’efficacia dei trattamenti emergenti, come i farmaci a base di anticorpi monoclonali, che agiscono meglio nelle prime fasi della demenza.
Lo strumento di AI analizza un’ampia gamma di dati complessi, inclusi i risultati di test neuropsicologici, dati neurofisiologici e marcatori genetici (come le predisposizioni legate all’allele APOE E4), combinando informazioni cliniche e biologiche per calcolare il rischio di progressione verso la demenza. In alcuni studi correlati, modelli simili hanno dimostrato un’accuratezza predittiva superiore all’80% in un orizzonte temporale di due anni, superando spesso i metodi diagnostici clinici tradizionali. I ricercatori di Roma hanno anche evidenziato l’importanza di un approccio che tenga conto delle differenze di genere nello sviluppo di malattie neurodegenerative.Questa innovazione non mira a sostituire il medico, ma a fungere da potente alleato clinico, riducendo la variabilità diagnostica e consentendo ai professionisti di pianificare strategie terapeutiche e di intervento precoce più mirate e personalizzate. L’impegno dell’Italia nell’AI per la salute si allinea alla Strategia Nazionale AI, che pone le Scienze della Vita tra i settori prioritari per l’investimento, mirando a creare un’Intelligenza Artificiale etica, affidabile e a beneficio diretto della società.





