In centomila a Roma per rendere omaggio al Pontefice. Sabato i funerali sul sagrato di San Pietro. Attesi i grandi del mondo, ma anche detenuti, migranti e senzatetto
Un fiume silenzioso e composto si è formato attorno alla Basilica di San Pietro, dove da questa mattina la salma di Papa Francesco è esposta all’omaggio dei fedeli. Un cordone umano ininterrotto di credenti e non, famiglie, giovani e anziani, si è messo in fila per ore, solo per sostare pochi secondi dinanzi alla bara e rivolgere una preghiera, un pensiero, un ringraziamento.
Si stima che nella giornata di oggi 23 aprile 2025, oltre 100.000 persone abbiano raggiunto l’area circostante per partecipare a questo saluto collettivo.
Ad aprire la fila, con un fazzoletto bianco intriso di lacrime, è stata suor Genevieve, 82 anni, storica amica del Papa, vissuta per anni accanto ai poveri e ai circensi. Poi è stato il turno delle autorità: tra i primi a rendere omaggio, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Tajani e Piantedosi, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, e numerosi esponenti politici tra cui Matteo Renzi e Nicola Fratoianni.
È il “popolo di Francesco”, quello che lo ha accompagnato in questi dodici anni di pontificato e che oggi si stringe intorno alla sua memoria. Uomini e donne di ogni età e condizione, uniti nel segno della gratitudine.
La giornata si era aperta con la traslazione della salma dalla Cappella di Santa Marta, dove è stata vegliata durante la notte. Portata a spalla dai sediari pontifici, la bara ha attraversato l’Arco delle Campane, tra gli applausi dei presenti, per poi entrare nella Basilica dove è stata accolta da canti sacri e dal suono mesto della campana di San Pietro.
Il corpo del Santo Padre è stato deposto a terra, su una pedana adagiata su un tappeto, come da sua esplicita volontà: «Desidero essere trattato da morto con dignità, ma come ogni cristiano». Nessun catafalco, nessun trono: solo l’essenziale, in coerenza con uno stile che ha contraddistinto tutto il suo pontificato.
I funerali solenni si terranno sabato alle ore 10.00, sul sagrato della Basilica di San Pietro. Numerose delegazioni internazionali hanno già confermato la presenza: da Donald Trump a Volodymyr Zelensky, da Ursula von der Leyen a Keir Starmer, oltre a rappresentanti delle grandi religioni mondiali.
Ma sarà anche — forse soprattutto — il funerale degli ultimi. Il Vaticano sta infatti valutando la presenza di senzatetto, migranti e detenuti, nel rispetto di un pontificato che ha fatto della vicinanza ai più fragili la propria cifra distintiva.
Un gesto emblematico è stato reso noto oggi: nei suoi ultimi giorni, Francesco ha disposto la donazione di 200.000 euro al pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo, un’opera che offre ai giovani detenuti un mestiere e una nuova possibilità. A recapitare la somma, il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Benoni Ambarus, “don Ben” per il Papa e per tanti romani. Lo stesso monsignore ha annunciato: «Sto lavorando affinché i suoi figli prediletti siano presenti alle esequie».
Dinanzi alla grande affluenza, si valuta l’eventualità di tenere la Basilica aperta anche durante la notte. Nel frattempo, a Roma si lavora senza sosta per garantire l’ordine e la sicurezza di un evento che segnerà la storia della Chiesa e della città.
San Pietro, ancora una volta, diventa il cuore del mondo. E attorno a Francesco, la sua gente continua a camminare.