A oltre un secolo dalla loro prima esposizione, i dipinti che Claude Monet realizzò durante il suo unico viaggio a Venezia nel 1908 sono tornati protagonisti in una grande mostra. Nonostante l’iniziale riluttanza del maestro impressionista, che riteneva la città “troppo bella per essere dipinta” alla sua età, il soggiorno di due mesi con la moglie Alice lo incantò, portandolo a creare 37 tele a olio ispirate all’atmosfera e alla luce unica della città lagunare. Delle 29 opere esposte per la prima volta nel 1912 alla Galleria Bernheim-Jeune di Parigi, ben 19 sono state riunite per la mostra “Monet and Venice” al Brooklyn Museum, inaugurata l’11 ottobre 2025.
Questa esposizione, che resterà aperta fino al 1° febbraio 2026 prima di trasferirsi a San Francisco, è la prima a concentrarsi esclusivamente su questo capitolo “discreto” della carriera di Monet dal lontano 1912. La curatrice Lisa Small ha sottolineato come la mostra sia una “rivelazione” che celebra il maestro non solo come pittore di ninfee, ma come “pittore dell’acqua e della luce”. Venezia, con i suoi palazzi riflessi e l’acqua onnipresente, si è rivelata il soggetto perfetto per l’artista ossessionato dai riflessi.
Il genio di Monet, pur essendo stato inizialmente giudicato “radicale” per le sue pennellate visibili e i colori brillanti, viene qui celebrato nel contesto della sua ansia artistica di confrontarsi con un soggetto mitizzato e dipinto per 500 anni. A completare l’esperienza espositiva, il museo presenta visioni di Venezia anche da altri artisti come Canaletto e John Singer Sargent, oltre a una sinfonia composta appositamente dal compositore in residenza del museo, Niles Luther, intitolata Souvenir: Venise d’Après Monet.





