Ci hanno insegnato a essere forti. Sempre.
A non lamentarci troppo, a rialzarci subito.
“Tu sei forte”, “Ce la farai”, “Non ti abbattere”.
Ce lo dicono come se fosse un complimento, ma spesso suona come una condanna.
Essere forti, per una donna, non è solo una virtù: è una pretesa sociale.
Forti sul lavoro, forti quando una relazione finisce, forti quando ci ammaliamo, quando perdiamo, quando siamo esauste.
Forti anche quando vorremmo solo fermarci e piangere.
La verità? abbiamo romanticizzato la resilienza.
L’abbiamo vestita di rosa e glitter, l’abbiamo chiamata empowerment, ma troppo spesso è solo sopravvivenza sotto pressione.
Invece la vera rivoluzione, oggi, è permetterci di essere vulnerabili.
Di dire “non ce la faccio”.
Di chiedere aiuto.
Di ammettere che siamo stanche.
Non serve essere sempre le più toste della stanza.
Possiamo spezzarci, possiamo essere incerte, possiamo cambiare idea.
Possiamo dire di no, anche quando ci dicono che “una donna determinata non si ferma mai”.
Questa idea tossica di forza ci isola.
Ci allontana le une dalle altre.
Ci fa sentire in colpa se ci prendiamo una pausa, se non vogliamo dimostrare niente, se non vogliamo “spaccare il mondo” oggi.
Ma c’è una nuova energia che sta nascendo.
Una sorellanza diversa, fatta di donne che non vogliono più performare la forza, ma abitare la propria autenticità.
Donne che si scelgono, si abbracciano nei loro limiti, si parlano con rispetto e non competizione.
Donne che non hanno bisogno di dimostrare nulla per valere.
E sì, questo è femminismo.
È riscrivere il significato di “potere”.
È dire che non siamo “meno donne” se siamo fragili.
Che non dobbiamo essere invincibili per essere amate, ascoltate, rispettate.
La vera forza, oggi, è guardarci allo specchio e dire:
“Non devo dimostrare niente. Nemmeno a me stessa.”
La vera forza è riconoscere quando abbiamo bisogno di fermarci.
Perché basta con la forza a tutti i costi.
È ora di permetterci tutte le versioni di noi, anche quelle che tremano, che sbagliano, che crollano e poi, lentamente, si rialzano.
A modo loro.
Al proprio ritmo.
E senza dover chiedere scusa.
“Codice Italia” è Cultura, Tradizioni, Territorio, e Made in Italy.