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Wednesday, July 16, 2025

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Antichi mestieri italiani che resistono al tempo

Made in ItalyArtigianatoAntichi mestieri italiani che resistono al tempo

In un’Italia che corre veloce verso l’innovazione e la tecnologia, ci sono ancora angoli del Paese dove il tempo sembra essersi fermato.
Dove mani sapienti continuano a intrecciare, scolpire, modellare, battere, cuocere.

Sono gli artigiani, i custodi di antichi mestieri italiani che, nonostante tutto, resistono. 

Mestieri che sanno di vita vera

C’è qualcosa di poetico in questi lavori.
Un ciabattino che ripara le scarpe con la stessa cura di un chirurgo.
Un cestaio che intreccia rami con gesti antichi.
Una donna che lavora la ceramica come le sue nonne, con pazienza, amore e polvere sulle mani.

Questi mestieri non sono solo lavoro: sono identità. 

Sono territori, famiglie, eredità tramandate da generazioni. 

E oggi, per fortuna, stanno tornando al centro dell’attenzione. C’è un ritorno lento ma potente verso ciò che è autentico, fatto a mano e con cura.

Dove trovarli? Te lo racconto.

Raccogliere questi antichi mestieri non è stato semplice. 

Non c’è un elenco preciso da qualche parte, né una mappa magica che ti dica dove trovarli.

È stato più un lavoro da detective della tradizione, fatto di ricerche online, chiacchierate con amici sparsi per l’Italia, messaggi vocali pieni di “ah sì, me ne parlava mio zio una volta”, e tanta, tanta curiosità, cercando di dare voce a quelle realtà che resistono al tempo.

1. I mastri cartai di Fabriano (Marche)

Fabriano è il regno della carta fatta a mano. Qui si produceva già nel Duecento, e ancora oggi alcune botteghe portano avanti l’arte della filigrana e della carta pregiata. Un’esperienza da vedere, toccare, annusare.

2. I ceramisti di Vietri sul Mare (Campania)

Colori vivaci, forme imperfette, sapore mediterraneo. 

A Vietri la ceramica è più di un mestiere: è cultura popolare. 

Camminare tra le botteghe, vedere le mani che modellano l’argilla… è come entrare in un quadro.

3. I ramai di Pontremoli (Toscana)Nel cuore della Lunigiana, esistono ancora artigiani che lavorano il rame come una volta. Martello, fuoco e tanta pazienza. Ogni pezzo è unico.

4. I tessitori di Sulcis (Sardegna)

Nella parte sud-occidentale dell’isola, ci sono donne che tessono ancora su telai antichi. Disegni geometrici, simboli ancestrali, storie nascoste nei fili. Ogni tappeto è una poesia.

5. I maestri vetrai di Murano (Veneto)

Forse il mestiere italiano più famoso nel mondo. Ma non per questo meno affascinante. Entrare in una fornace di Murano è vedere il vetro diventare arte sotto i tuoi occhi.

6. I liutai di Reggio Calabria (Calabria)

In alcune botteghe calabresi si tramanda ancora l’arte antichissima della liuteria.

Violini, chitarre e strumenti a corda nascono da legni scelti, intagliati e lavorati con dedizione quasi mistica.

7. I pupari di Palermo (Sicilia)

A Palermo c’è chi crea ancora a mano i pupi siciliani, con armature, elmi e abiti ricamati. Ogni pupo ha un’anima e racconta le gesta dei paladini. 

È un’arte teatrale e artigianale insieme, fatta di passione e memoria.

Perché parlarne oggi?

Perché in un mondo di intelligenze artificiali e produzione in serie, abbiamo un bisogno urgente di umanità.
Di storie vere, di cose fatte bene e fatte con il cuore.
E questi mestieri, che sembravano destinati a scomparire, oggi sono più vivi che mai. 

Forse meno numerosi, ma più consapevoli.

Visitare una bottega artigiana è un’esperienza che ti rimette in contatto con la terra, con le persone, con la bellezza imperfetta delle cose fatte a mano.

Come sostenere questi mestieri?

Comprando locale. Raccontandoli. Visitando le botteghe. E magari, perché no, imparando anche qualcosa.

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