Cโรจ unโItalia che non aspetta che le cose accadano, che non si accontenta del โsei troppo ambiziosaโ.
ร fatta di donne.
Donne che hanno costruito imperi con la voce ferma, i capelli legati e mille idee in tasca.
Donne che magari non vedrai in TV ogni giorno, ma che hanno cambiato il modo in cui mangiamo, lavoriamo, viaggiamo, parliamo, pensiamo.
Pensiamo a Miuccia Prada, che ha preso unโazienda di valigie del nonno e lโha trasformata in uno degli imperi piรน influenti della moda mondiale: ha riscritto il linguaggio dellโeleganza. Col nero, col nylon, con un tocco geniale di understatement.
A Fabiola Gianotti, prima donna a dirigere il CERN: il centro dove si studia la materia dellโuniverso. Roba che se sbagli, rischi di aprire un buco nero (letteralmente).
A Samantha Cristoforetti, che dallo spazio ci ha ricordato quanto รจ prezioso guardare la Terra da lontano, e quanta forza ci vuole per volare oltre ogni confine.
A Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, che ha sfidato pregiudizi e accuse infondate, portando avanti la scienza con coraggio e trasparenza.
A Benedetta Rossi, che con semplicitร e autenticitร รจ entrata in milioni di cucine italiane e ha rivoluzionato lโidea stessa di โinfluencerโ legata al cibo.
Ma oltre ai nomi noti, ci sono storie che meritano la luce dei riflettori.
Donne che hanno rilanciato marchi di famiglia, aperto pasticcerie, gallerie dโarte, start-up, aziende agricole biologiche. Che hanno detto โfaccio da meโ e hanno fatto benissimo.
Il successo delle italiane non รจ solo nei numeri o nei titoli.
ร nel modo in cui tengono insieme la grinta e lโeleganza.
Nel non chiedere permesso, ma offrire esempi.
E no, non serve essere famose per essere dโimpatto.
Ogni volta che unโitaliana si inventa qualcosa da zero, si reinventa, si rialza o fa sentire la sua voce in un contesto in cui โnon รจ mai stato fatto primaโโฆ quella รจ una storia di successo.
E andrebbe raccontata. Sempre.
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