Intervista a Carmine Marinucci, presidente dell’Associazione internazionale per la promozione della Scuola a Rete DiCultHer e responsabile editoriale della rivista Culture Digitali.
Abbiamo intervistato Carmine Marinucci per esplorare le sfide della cultura digitale e le iniziative della sua associazione.
Quali esperienze l’hanno portata alla presidenza di DiCultHer?
“Il mio percorso nasce dalla mia formazione in Scienze Biologiche e si è evoluto attraverso studi in geobotanica, paleoecologia e archeologia insediamentale. Ho partecipato a missioni archeologiche in Italia e Medio Oriente, sviluppando un forte interesse per la ricerca interdisciplinare. Negli anni ’80 e ’90 ho lavorato al Ministero dell’Università e della Ricerca, contribuendo alla definizione delle politiche scientifiche italiane ed europee. Oggi, con DiCultHer, unisco queste esperienze per promuovere una cultura digitale capace di integrare tradizione e innovazione.”
Quali sono le principali sfide della cultura digitale in Italia?
“Oltre al divario digitale, oggi parliamo di digital use divide, ossia della consapevolezza nell’uso del digitale e dell’IA. Serve promuovere strumenti che permettano di vivere il patrimonio culturale nel nostro tempo, garantendo sostenibilità e valorizzazione. Inoltre, il concetto di Patrimonio Culturale Digitale (PCD) è ancora in evoluzione e necessita di una definizione condivisa. Con #DiCultHer lavoriamo affinché le nuove generazioni acquisiscano una consapevolezza critica nell’uso delle tecnologie digitali.”
Come contribuite alla valorizzazione del patrimonio culturale digitale?
“Attraverso iniziative nazionali e internazionali, come la Settimana delle Culture Digitali e #HackCultura, un hackathon per studenti sulla titolarità culturale. Collaboriamo con il Ministero della Cultura, INDIRE, Italia Nostra e diverse università per diffondere la cultura digitale. Abbiamo promosso la Carta dei Diritti nell’era digitale e dell’IA e la rivista Culture Digitali (ISSN 2785-308X).”
Quali sono i progetti più significativi di DiCultHer?
“Tra i più rilevanti, #HackCultura, un laboratorio di idee per studenti e docenti, e il TGCULTHER, un telegiornale dedicato alle culture digitali. #HackCultura promuove la consapevolezza del patrimonio culturale attraverso la partecipazione attiva. Inoltre, abbiamo avviato il Festival Culture Digitali @niene e la collana editoriale sulle Culture Digitali.”
Qual è il ruolo dell’educazione nella cultura digitale?
“L’educazione è il pilastro per sviluppare cittadini consapevoli e partecipativi. La Carta di Pietrelcina sottolinea il concetto di ‘educare per partecipare’, promuovendo la titolarità culturale nelle nuove generazioni. Supportiamo docenti e studenti con workshop, webinar e pubblicazioni.”
Quali sono le principali sfide del patrimonio culturale digitale?
“Le sfide principali riguardano la conservazione a lungo termine, l’accessibilità universale e la protezione contro minacce informatiche. È fondamentale sviluppare tecnologie avanzate per preservare e diffondere il patrimonio digitale in modo equo.”
Come le nuove tecnologie influenzano la conservazione del patrimonio culturale?
“Strumenti come l’IA, la blockchain e la realtà aumentata stanno trasformando la gestione del patrimonio. L’IA può aiutare nella digitalizzazione e restauro, mentre la blockchain garantisce trasparenza e autenticità. L’obiettivo è rendere il patrimonio più accessibile e interattivo.”
Quali innovazioni avranno un impatto significativo nel settore?
“L’adozione della blockchain, l’uso dell’IA per il restauro e le esperienze immersive con realtà aumentata possono rivoluzionare il settore. Queste tecnologie ampliano le possibilità di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale.”
Come promuovete la partecipazione della comunità?
“Organizziamo eventi e piattaforme collaborative per coinvolgere cittadini, esperti e istituzioni. La condivisione di esperienze favorisce la valorizzazione del patrimonio digitale. La comunicazione multicanale, dai social media alla rivista Culture Digitali, è essenziale per sensibilizzare il pubblico.”
Quali sono le sue aspirazioni future per DiCultHer?
“Dopo dieci anni di promozione della Cultura Digitale, è il momento di un’evoluzione: non solo usare l’IA per la cultura, ma costruire una vera e propria AI per la Cultura. Finora, si è parlato di IA etica e consapevole, ma manca un framework per la progettazione di sistemi IA dedicati alla cultura. DiCultHer vuole colmare questo vuoto sviluppando un Manifesto per la Progettazione Responsabile dell’IA per la Cultura.”
Quali principi guideranno questa iniziativa?
“Alcuni dei principi fondamentali saranno:
- Etica integrata nel design: l’IA deve rispettare valori culturali e inclusività fin dalla progettazione.
- Valorizzazione del patrimonio: le soluzioni IA devono esaltare il patrimonio senza snaturarlo.
- Trasparenza e accessibilità: algoritmi e dataset devono essere comprensibili e aperti.
- Rappresentazione della diversità: evitare bias culturali e garantire inclusione.
- Partecipazione democratica: coinvolgere cittadini e professionisti nella progettazione dell’IA.
- Sostenibilità: considerare l’impatto ambientale e sociale.
- Innovazione responsabile: connettere passato e futuro senza sostituire la creatività umana.
- Governance chiara: sviluppare regolamentazioni specifiche per l’IA nella cultura.
Con questi principi, vogliamo creare uno spazio di IA etico e inclusivo per promuovere i diritti culturali nell’era digitale.”
Ringraziamo Carmine Marinucci per la sua disponibilità.