Al Salone dello Studente, tra stand affollati, workshop e talk sull’educazione finanziaria e sulle nuove professioni, uno dei temi più discussi è stato il rapporto tra Intelligenza Artificiale e competenze future. Ne abbiamo parlato con Alessandro Civati, CEO di LutinX.com, subito dopo un evento dedicato alla scuola e all’innovazione digitale.
D: Civati, il Salone dello Studente di Roma si è confermato un osservatorio privilegiato sul futuro dei giovani. Che cosa ci ha detto questa edizione del 2025 sul rapporto tra l’AI e l’orientamento?
Oggi l’AI non è più un tema riservato agli esperti, ma è entrata nelle discussioni tra studenti, insegnanti e famiglie. Alla Fiera, ho osservato giovani che chiedevano non solo quale facoltà scegliere, ma anche quali competenze saranno necessarie quando l’AI sarà diffusa ovunque. Ciò sposta l’attenzione dall’idea di un mestiere singolo alla capacità di imparare continuamente, utilizzando l’AI come strumento di supporto, non come minaccia.
D: Tutti parlano di rivoluzione. Ma per scuola e lavoro, in concreto, che cosa cambia davvero con l’AI?
L’A.I. sta trasformando radicalmente il modo in cui creiamo valore. Si distingue in tre aree principali: velocità, ripetibilità e capacità di analizzare grandi quantità di dati. Se un compito si basa unicamente su queste caratteristiche, può essere facilmente automatizzato. Pertanto, la scuola non può limitarsi a trasmettere nozioni, ma deve preparare gli studenti a svolgere attività che le macchine ancora non sanno eseguire bene, come connettere diverse fonti di informazione, interpretare il contesto e assumersi responsabilità.
L’AI nelle aule dovrebbe essere uno strumento che aiuta a sviluppare capacità critiche, come formulare domande più efficaci, controllare le risposte e riflettere sugli errori, anziché un semplice trucco per completare i compiti più velocemente.
D: Se dovesse elencare le principali nuove competenze emerse in questi tre giorni a Roma, quali ne indicerebbe?
A.C.: Ne metto in fila quattro.
Il primo è il pensiero critico: saper mettere in discussione le risposte dell’AI, controllare le fonti e confrontare diverse versioni. È alla base di tutto.
La seconda competenza è quella digitale consapevole: comprendere che cosa siano i dati, la privacy, la sicurezza e la proprietà intellettuale. Nel nostro lavoro con LutinX, ad esempio, riconosciamo quanto sia essenziale proteggere documenti, progetti e contenuti formativi.
La terza competenza consiste nel collaborare con le macchine: formulare richieste precise, interpretare i risultati e integrare gli output automatici in processi complessi. Si tratta di una modalità innovativa di lavoro di squadra.
La quarta categoria riguarda le soft skill: comunicazione, collaborazione e gestione del cambiamento. Paradossalmente, con l’aumento dell’AI, queste competenze umane diventano sempre più decisive nei colloqui di lavoro.
D: Molti studenti al Salone ci hanno confidato di avere paura: “E se l’AI mi sostituisce?”. Che cosa risponderebbero loro?
A.C.: La vera minaccia non è l’AI stessa, ma il rimanere fermi. Alcuni ruoli cambieranno, senza dubbio. Tuttavia, chi impara a usare consapevolmente l’AI diventa più competitivo, non meno.
Il focus non è difendere il passato, ma progettare il proprio ruolo futuro: diventare la persona capace di comprendere i bisogni di un cliente, pianificare un progetto, utilizzare l’AI per velocizzare analisi e prototipi, e prendere decisioni assumendosi la responsabilità. L’AI può migliorare le nostre capacità, non sostituirci nel pensare.
D: Che contributo concreto porta LutinX in questo scenario, anche alla luce delle sperimentazioni avviate con il Salone dello Studente?
A.C.: Ci concentriamo su due aspetti principali. Il primo riguarda la certificazione delle competenze e dei percorsi: impieghiamo blockchain e AI per registrare in modo sicuro e verificabile le esperienze formative, i corsi e i progetti degli studenti. In questo modo, il loro “portfolio digitale” diventa più di un semplice elenco di autocertificazioni, rappresentando una traccia certificata del loro percorso.
Il secondo ambito riguarda il supporto a scuole, enti e aziende che desiderano rendere i propri processi più trasparenti e sicuri: protezione dei dati, tutela della proprietà intellettuale dei contenuti educativi e tracciabilità dei documenti. È un’attività discreta, ma essenziale per favorire la fiducia nell’uso dell’AI e delle tecnologie digitali.
D: Un’ultima battuta per chi, uscito adesso dalla Fiera di Roma, si sente ancora un po’ spaesato di fronte a tutto questo?
A.C. Consiglierei di non cercare di diventare più “macchina’ di una macchina. Concentrati sull’essere più umano: curioso, critico, capace di apprendere e reinventarti. Impara sull’AI, usala e sperimenta, ma ricorda che il vero valore nasce dalla sinergia tra la tua intelligenza e questi strumenti.
In altre parole, non temere l’Intelligenza Artificiale: considera che dovrebbe essere una tua alleata, non una rivale. Il Salone dello Studente lo conferma: il futuro non è predeterminato, ma un cantiere in corso – e voi siete i primi architetti di quel progetto.





