Il settore bancario italiano ha compiuto un passo decisivo verso la finanza sostenibile, unendo le forze per stabilire uno standard comune per i “Green Loan” destinati al finanziamento di progetti di energia rinnovabile. Questa iniziativa, che coinvolge le principali istituzioni finanziarie del Paese (come Intesa Sanpaolo, UniCredit, e Banco BPM, tutte molto attive nel settore), è strategica per accelerare la transizione energetica e aumentare la trasparenza e l’affidabilità degli strumenti di debito verde. L’obiettivo è quello di armonizzare i criteri di valutazione e i requisiti di reporting per i prestiti, rendendoli più coerenti con i Green Loan Principles internazionali e con la Tassonomia UE per le attività economiche sostenibili.
La standardizzazione è essenziale per superare la frammentazione del mercato, facilitare l’accesso al credito per gli sviluppatori di impianti fotovoltaici ed eolici e mobilitare capitali privati a sostegno degli obiettivi nazionali di 87 GW di rinnovabili entro il 2030. Un elemento cruciale di questa collaborazione è l’integrazione di metriche che misurino l’impatto ambientale effettivo dei progetti finanziati, garantendo che i fondi siano destinati esclusivamente a iniziative che riducono significativamente le emissioni di carbonio e promuovono l’efficienza energetica. Molte banche, come Intesa Sanpaolo, hanno già integrato nei loro framework i Sustainability-linked Loans e i Green Loan, ma il protocollo interbancario mira a uniformare l’approccio dell’intero sistema.Questa mossa si allinea perfettamente con l’impegno italiano nei confronti delle alleanze internazionali, come la Net-Zero Banking Alliance (NZBA). L’adozione di un protocollo comune aumenterà la fiducia degli investitori e la trasparenza del mercato, facilitando in futuro l’intervento di attori istituzionali come la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e l’agenzia italiana SACE, che già sostengono i progetti green italiani con garanzie e prestiti.





