Nel vasto comprensorio della necropoli di San Giuliano, a circa 70 km a nord-ovest di Roma, l’attività archeologica ha portato a una scoperta eccezionale: un’intera tomba etrusca del VII secolo a.C. è stata rinvenuta completamente intatta. L’evento è rarissimo in un’area dove la maggior parte delle centinaia di sepolture documentate è stata saccheggiata nel corso dei secoli. La tomba, scolpita direttamente nella roccia vulcanica a imitazione di una piccola “casa”, custodiva i resti scheletrici di quattro individui adagiati su letti di pietra. La sua integrità fornisce una finestra privilegiata e ineguagliabile sulla vita e sui riti della civiltà etrusca, in particolare nell’Età Orientalizzante, periodo di grande ricchezza culturale e di scambio.
Attorno ai defunti, l’équipe del San Giuliano Archaeological Research Project (SGARP) ha catalogato oltre 100 oggetti di corredo funerario. Il set include vasi ceramici finemente lavorati, armi in ferro che indicano uno status elevato, ornamenti in bronzo e delicati accessori in argento per i capelli, tutti in un eccezionale stato di conservazione poiché mai disturbati da tombaroli. Questo “micro-mondo” congelato nel tempo offre agli studiosi dati fondamentali sui rituali funerari, sulle differenze sociali e sui gusti estetici di una comunità etrusca che precede l’espansione definitiva del potere di Roma nel Lazio.Gli studiosi sottolineano il valore inestimabile di una tomba non manomessa, che consente analisi di laboratorio estremamente accurate: si potranno effettuare indagini isotopiche sulla dieta, studio del DNA per ricostruire le dinamiche familiari e analisi dei residui organici nei vasi. I risultati di queste ricerche contribuiranno a ridefinire il quadro delle complesse relazioni tra gli Etruschi e il primo mondo romano, mostrando come pratiche e oggetti culturali siano transitati tra le due civiltà. La scoperta, infine, rafforza l’importanza del sito di San Giuliano, che vede le comunità locali coinvolte direttamente nella tutela del suo paesaggio storico.





